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Analisi

Valutazione dei rischi non competitivi

I rischi “non competitivi” sono una particolare categoria di rischi che comprende tutti quegli accadimenti, più o meno probabili, non direttamente correlati alle dinamiche competitive proprie di un’azienda, ma che possono generare impatti rilevanti sulla vita di un’organizzazione.

Dipendono da normative internazionali e nazionali e, se analizzati e valorizzati con la dovuta attenzione, possono costituire un modello di gestione del rischio.

Una vision integrata che comprenda la gestione di tali rischi rende chiaro come vi siano riflessi tangibili e “valorizzabili” che possono essere creati: dall’immagine dell’azienda alla capacità di attrarre e trattenere talenti, fino all’impatto sul più ampio sistema esterno al quale le aziende ormai appartengono in maniera sempre più connessa.

analisi dei rischi aziendali

Attività svolte

La valutazione dei rischi costituisce il primo pilastro nella salvaguardia generale dei lavoratori e costituisce il punto di partenza per le decisioni riguardanti la salute, la sicurezza sul lavoro e gli impatti sulla comunità.

Affinché l’efficacia della valutazione dei rischi sia massimizzata, è cruciale integrare tre componenti fondamentali: la valutazione stessa, la gestione e la comunicazione.

  • Valutazione: questa fase implica l’analisi delle probabilità di manifestazione di eventi indesiderati e della loro potenziale gravità. È quindi imprescindibile acquisire una piena comprensione dei rischi potenziali, con l’obiettivo di garantire un approccio orientato alla massima tutela.
  • Gestione: questo processo mira a delineare piani d’azione basati sui risultati delle analisi. Inoltre, comporta la creazione del DVR, ovvero il Documento di Valutazione dei Rischi, che rappresenta un passo essenziale per la gestione oculata dei rischi identificati.
  • Comunicazione: una comunicazione trasparente e chiara dei rischi, così come delle modalità di gestione, è essenziale per coinvolgere tutti gli attori aziendali. Tale condivisione di informazioni contribuisce a un’efficace gestione complessiva della sicurezza e promuove una cultura di responsabilità condivisa.

La valutazione dei rischi legata alle macchine è un processo strutturato in diverse fasi, con l’obiettivo di identificare, analizzare e valutare i potenziali rischi associati alle macchine e ai loro componenti, nonché di proporre misure di riduzione dei rischi.

L’approccio attuato, noto come “valutazione dei rischi secondo la gerarchia delle misure”, incoraggia prima a cercare di eliminare i pericoli o ridurli alla fonte, e solo successivamente prevede l’applicazione di misure di protezione complementari come barriere, dispositivi di arresto d’emergenza.

Questa metodologia viene attuata in tutte le potenziali fasi di vita della macchina, dalla progettazione del “nuovo” ai fini dell’immissione sul mercato (iter di conformità CE), al revamping del “vecchio” per una corretta messa a norma.

Il processo valutativo è quindi un iter fondamentale per qualsiasi stakeholder presente sul mercato (dal fabbricante all’utilizzatore) per poter garantire un pieno rispetto dei requisiti di sicurezza previsti dalle direttive di prodotto (2006/42/CE) e dalle norme nazionali (Allegato V del D.lgs. 81/2008).

Il processo di valutazione del rischio reato rispetto alle famiglie determinate dal D.Lgs 231/01, noto come risk assessment, costituisce senza dubbio il nucleo essenziale del sistema di sorveglianza e gestione dei potenziali reati all’interno di un’organizzazione.

Da questo esercizio scaturiscono implicazioni di primaria importanza, che comprendono:

  • L’elaborazione di adeguate misure di controllo e protocolli, mirati ed efficaci.
  • L’istituzione di canali di comunicazione e reportistica strutturati.
  • La pianificazione di verifiche condotte dall’organizzazione dell’Organo di Vigilanza.

Un’attività cruciale nell’ambito di questo controllo consiste nella revisione dell’appropriatezza stessa del risk assessment, sia in termini di metodologia utilizzata che di criteri adottati, inclusa l’integrazione, se prevista, con altri quadri di analisi del rischio. Tale aspetto andrebbe debitamente documentato per agevolare il percorso di verifica nelle fasi successive della vita del modello organizzativo.

Uno dei pilastri fondamentali dell’attuale quadro normativo sulla protezione dei dati personali risiede nell’imperativo che ogni organizzazione si doti di un processo continuo di analisi e monitoraggio articolato in fasi e attività mirate.

Questo processo ha l’obiettivo di supportare il titolare del trattamento nel preservare i dati personali da potenziali minacce che potrebbero comprometterne la riservatezza, l’integrità e la disponibilità.

L’analisi, in essenza, si orienta verso l’individuazione del livello di esposizione al rischio dei dati personali oggetto di trattamento. I risultati di questa analisi forniranno le basi per focalizzare gli interventi nelle aree ritenute critiche, ottimizzando così l’allocazione delle risorse disponibili.

Parallelamente, il monitoraggio, attraverso l’implementazione di obiettivi di controllo e indicatori di performance chiari e misurabili, assume il compito di valutare diversi aspetti, tra cui:

  • L’effettiva attuazione delle misure di sicurezza adottate;
  • L’efficacia delle misure stesse nel contesto reale;
  • La corretta e adeguata applicazione del framework di protezione dei dati;
  • Il rispetto dei requisiti normativi del Regolamento, al fine di valutarne la sostenibilità nel tempo.

Il processo di valutazione dei rischi è un’operazione complessa e delicata che non può limitarsi a una mera rappresentazione sintetica di dati e numeri. Le scelte e le decisioni che ne derivano implicano un notevole grado di responsabilità, che deve essere debitamente documentata attraverso un principio di accountability.

La gestione di un’azienda, a livello complessivo come nei singoli processi, presenta un insieme di aspetti piuttosto complessi che necessitano di un’attività di controllo, con lo scopo primario di assicurarsi che il business raggiunga il successo. Queste verifiche si traducono nell’espressione audit aziendale, o molto spesso audit interno.

Ogni attività che intraprendiamo, indipendentemente dal contesto in cui agiamo, conduce inevitabilmente a una dimensione di rischio. Per definizione, il concetto di rischio zero non esiste: ogni azione che compiamo o decisione che prendiamo solleva una probabilità intrinseca di generare un risultato, positivo o negativo.

Qui entra in gioco il concetto di gestione dei rischi, un processo che può essere considerato come una serie di tappe, iniziando dalla pianificazione e avanzando verso l’identificazione, l’analisi dettagliata e infine giungendo alle misure di risposta e al monitoraggio.

Nella sequenza di questi passaggi cerchiamo di delineare un sistema di analisi accessibile che sia applicabile in una varietà di contesti, garantendo competenze avanzate in materia di gestione dei rischi. Questo approccio mira a fornire un quadro semplice ma efficace per affrontare i rischi in diversi ambiti, consentendo a individui e organizzazioni di prendere decisioni informate e mitigate.

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